Dalla Francia, dove è nata, passando per Spagna, Portogallo, e Belgio, ora anche in Italia. Phenix vuole unire tutti i player della filiera agroalimentare, retail, industria, consumatori, associazioni caritatevoli, in un progetto a 360 gradi contro lo spreco alimentare. Nel nostro Paese ha lanciato una app di geolocalizzazione che permette di acquistare la merce invenduta della giornata a prezzi dimezzati, in negozi di frutta e verdura.
Da Milano, dove la piattaforma è attiva da aprile con 35 mila utenti iscritti, punta all’espansione al Nord Italia e soprattutto al coinvolgimento di catene di supermercati, come accade nel Paese transalpino con insegne del calibro di Carrefour, Auchan, Leclerc, Intermarché. Il primo passo è l’acquisizione di Myfoody, che lavora con 200 punti di vendita sparsi in tutta Italia di Lidl e Unicoop Tirreno, come annuncia Julien Fanara, country manager Italy per Phenix.
Nasce Phenix Italia, con quali obiettivi?
Phenix è stata fondata nel 2014 in Francia per affrontare il tema dello spreco alimentare e fare da ponte tra gdo e le associazioni di beneficenza, sulla scorta anche della legge francese che obbligava oltre i 4000 mq a stringere legami per donare, con la spinta di importanti incentivi fiscali. Ci siamo poi espansi in altri Paesi, come Spagna, Portogallo, e da quest’anno anche Belgio e Italia. L’obiettivo è arrivare nel 2023 a dieci Paesi. La strategia è il consolidamento del mercato europeo e l’Italia è un mercato fondamentale.
Come funziona il sistema? Da cosa differisce rispetto ad altre app come To Good To Go, che connettono produzione e distribuzione alimentare con i consumatori?
Punto di forza che ci contraddistingue è un approccio globale a 360 gradi dello spreco. Siamo partiti dalla gdo, come ponte verso le associazioni ed è tuttora la nostra attività principale. In Francia rappresentiamo il 5% delle donazioni annuali, come volumi. Abbiamo però sviluppato altri servizi per la gdo, tra questi la possibilità di controllare le date di scadenza con un tool digitale, veloce e affidabile. E altri prodotti con lo scopo di arrivare allo zero spreco. L’ultimo di questi che abbiamo lanciato è l’app antispreco. In Italia abbiamo cominciato con questa, mentre non abbiamo ancora stretto accordi con enti caritatevoli.
Come funziona questa app?
Siamo partiti dall’area metropolitana di Milano, che ci dà visibilità e ha cicli di vendita veloci. Attraverso l’app e il servizio di geolocalizzazione l‘utente entra in contatti al momento con circa 200 punti di vendita: un terzo sono negozi di quartiere di frutta e verdura, il resto, panetterie, pasticcerie e altro (non abbiamo ancora catene di supermercati, anche se è la nostra priorità). E può vedere quali di questi offrono prodotti rimasti invenduti durante la giornata e che si possono acquistare tramite box.
Nelle box c’è frutta e verdura, mediamente per 2-4 pasti, e alcune sono a sorpresa in base alle rimanenze. Il prezzo medio è cinque euro rispetto ai dieci di base, quindi lo sconto è del 50% ma può arrivare anche a due terzi. Abbiamo calcolato che un consumatore può risparmiare circa 700 euro all’anno. L’app dispone di filtri e si può selezionare, in base alle preferenze, per esempio, prodotti bio o vegani o halal. L’orario di ritiro lo stabilisce il negozio ma è tutta merce fresca di giornata.
C’è anche un servizio di delivery delle box?
Lo abbiamo testato ma avviamo deciso di non proporlo perché economicamente non sostenibile, visti i bassi prezzi delle box. Vogliamo favorire l’interazione sociale, incontrare il fruttivendolo sotto casa e tornarci. Forniamo noi il packaging in carta Kraft riciclata e brandizzata Phenix ai negozi.
Quali numeri vi ponete come obiettivo?
Siamo partiti a Milano ad aprile e abbiamo 35 mila utenti, più di 200 negozi, in crescita, di cui un terzo relativi a frutta e verdura. Veicoliamo prodotti anche di fruttivendoli storici, che in alcuni casi sembrano gioiellerie. Da Milano vogliamo scalare altre città al Nord, come Torino. L’obiettivo è crescere mese dopo mese. Abbiamo acquisito un player italiano, Myfoody, che lavora con 200 punti di vendita sparsi in tutta Italia di Lidl e Unicoop Tirreno. Ci aiuterà a fare il salto verso la gdo che rimane il nostro obiettivo anche per l’Italia. In Europa serviamo 10 mila negozi e 1500 sono punti di vendita di catene dell’alimentare. In Francia, ci sono, per esempio, Carrefour, Auchan, Leclerc, Intermarché, con uno o più servizi. Phenix vuole unire tutti i player della filiera agroalimentare, industriali, gdo, consumatori, associazioni.
Feedback dai clienti?
I negozianti apprezzano il fatto che sia un’iniziativa che dà visibilità al loro negozio: spesso non c’è questa possibilità di farsi conoscere anche se hanno prodotti buonissimi. E poi perché attirano una fetta più giovane di clientela, valorizzando prodotti che sarebbero destinati allo spreco. I clienti sono ovviamente attirati dallo sconto ma apprezzano anche il sistema dei filtri e quello per cui più acquisti box o inviti amici più accumuli punti e hai diritto a ulteriori sconti.