Innovazione varietale, accordi per la manodopera, packaging sostenibile e crescita del biologico e del biodinamico: questi i quattro punti della strategia di sviluppo di Apofruit per le uve da tavola seedless, presentata a Macfrut. “Porterà all’incremento dei volumi e a una nuova identità del prodotto, sostenibile, tracciabile, etico e internazionale” ha sottolineato il direttore generale Ernesto Fornari.
Le novità varietali
Il primo punto è rappresentato dalle novità varietali. Apofruit dispone di varietà senza semi con un calendario che parte da luglio e arriva a novembre. Tra le uve bianche in evidenza la Timpson, che quest’anno ha un grado zuccherino eccezionale (22 gradi brix); grande interesse anche per AutumnCrisp, varietà club con eccellente aroma. Tra le rosse, notevoli performance sono attese dalle uve Timco, Allison e Scarlotta.
“Le licenze esclusive per le uve senza semi hanno dato grandi possibilità di sviluppo a Op Terra di Bari – ha dichiarato il presidente Luigi Rizzo-. Stiamo acquisendo sempre maggiori quote sul mercato estero garantendo i redditi degli agricoltori con una prospettiva positiva di lungo termine”.
Gli accordi sulla manodopera
La produzione di uva da tavola di Apofruit raggiunge circa 100 mila quintali annui. L’85% dei volumi è esportato sui mercati esteri europei e il 5% su quelli extra Ue, come gli Emirati Arabi, Bahrain e Qatar. Gli areali coprono, grazie all’accordo di collaborazione con la Op Terra di Bari, il territorio di Noicattaro e Rutigliano, nel Sud Est barese, con una produzione di circa 50 mila quintali di uve da tavola apirene. Tale produzione viene realizzata nel periodo da luglio a novembre ed è suddivisa al 30% in produzione biologica e biodinamica e al 70% in produzione convenzionale/integrata.
A questa area di produzione si è sviluppata la zona metapontina, con un importante stabilimento a Scanzano Ionico dotato delle più avanzate tecnologie per la lavorazione e la conservazione della frutta, in particolare fragole e uva da tavola, con 45 mila quintali prodotti annualmente. “Saranno sempre più importanti i valori etico sociali della produzione -ha fatto notare Rizzo- e sono orgoglioso di dire che siamo riusciti a ratificare, con i sindacati, un accordo aziendale, unico nel nostro territorio, con l’utilizzo del nuovo istituto delle assunzioni congiunte, l’accordo sui corretti inquadramenti dei dipendenti nel rispetto dei contratti provinciali e l’inserimento di una misura di welfare aziendale”.
Packaging e tracciabilità
Terzo punto chiave, packaging e tracciabilità. L’innovazione di Apofruit, sviluppata con la Op Terra di Bari e con Delajosrl, tocca il versante sostenibilità con l’introduzione di confezioni dedicate in cartone e filmatura in plastica biodegradabile stampabile, con tutte le informazioni sul prodotto, che permette di eliminare l’utilizzo delle etichette. Tramite Qr Code il consumatore potrà verificare direttamente la provenienza del prodotto e la sua storia dal campo alla tavola. Consente, inoltrem di gestire il quaderno di campagna e la tracciabilità del prodotto.
“Con il Qr Code sulla confezione – dichiara Francesco Ciavarella, direttore operativo di Op Terra di Bari e ideatore dell’innovativa AppDelajoche – è possibile comunicare al consumatore l’appezzamento di provenienza dell’uva da tavola acquistata, facendolo visualizzare su Google Earth. La AppDelajo fornisce, inoltre, i dati delle certificazioni di qualità del prodotto presente nella confezione”.
Focus sulla produzione biologica e biodinamica
Il quarto punto chiave è lo sviluppo della produzione biologica e biodinamica certificata Verdea. “Oggi la produzione di uva Apofruit certificata biologica rappresenta il 30% del totale dell’offerta -ha fatto notare Giacomo Mastrosimini, consulente tecnico di Op Terra di Bari-. L’impegno di Apofruit sul fronte del biologico e del biodinamico è fondamentale per soddisfare la crescente domanda di uva bio sia in Italia che in Europa”.
“La prevalenza di uve seedless di altissima qualità, sia a produzione integrata che biologiche e biodinamiche -ha rilevato Marcello Guidi, responsabile del mercato estero di Apofruit- ci hanno consentito di conquistare ampie fette di mercato in Europa”. In crescita la domanda in Scandinavia, Italia e Svizzera. Consolidate le performance in Germania e Regno Unito, con particolare attenzione per le linee premium.