Il mondo agricolo plaude alla scelta del nuovo ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, cui chiede un’accelerazione sui temi più caldi del settore per cogliere anche le opportunità del Recovery Plan: agricoltura di precisione, digitalizzazione, innovazione, ricerca, sostenibilità. Ma anche tutela del made in Italy, meno burocrazia, accesso al credito e sostegno ai settori in difficoltà.
Unanime la necessità di una maggiore protezione del prodotto nazionale
“Innovazione, sostenibilità, rafforzamento del made in Italy sui mercati internazionali, semplificazione burocratica, strumenti di capitalizzazione e di accesso al credito e forme di aggregazione e concentrazione dell’offerta”. Queste le priorità secondo Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari, pronta a offrire la collaborazione per contribuire allo sviluppo e alla crescita dell’agroalimentare italiano.
“Digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento e smog in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici e interventi specifici nei settori deficitari e in difficoltà come l’olio di oliva. Sono alcuni dei progetti strategici cantierabili elaborati dalla Coldiretti per il Recovery Plan” ha ricordato il presidente Ettore Prandini, che del neoministro ha elogiato “capacità e impegno nella battaglia a difesa del vero made in Italy agroalimentare”.
“La persona giusta per le prossime sfide dell’agricoltura”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti che ha ricordato “il suo impegno per l’agricoltura 4.0, fortemente voluta da Confagricoltura per la spinta propulsiva necessaria a dare nuova linfa al settore primario. Per le imprese agricole -ha sottolineato- ci sono sfide importanti sul mercato interno, in Europa e nel mondo che richiedono un accompagnamento politico in grado di valorizzare l’agricoltura italiana, ma al contempo di costruire quella del futuro, con il supporto della ricerca, dell’innovazione e con la giusta attenzione alla sostenibilità. L’agricoltura è anche fattore chiave della transizione ecologica su cui si fonderà il Pnrr“.
Tante le questioni da affrontare per FederBio, che manifesta la massima disponibilità a collaborare con il nuovo ministro: dall’approvazione definitiva della legge sull’agricoltura biologica al nuovo regolamento europeo sul bio, dalla riforma della Pac alla definizione del Piano strategico nazionale. “Si avvicinano appuntamenti strategici come la riforma della Politica agricola comune post 2020 e la redazione del Piano strategico nazionale -ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio-. Il biologico è l’innovazione che abbiamo a disposizione non solo per soddisfare la richiesta di salute dei cittadini, il contrasto al cambiamento climatico e frenare la perdita di biodiversità. Ma soprattutto per il rilancio economico di tanti territori rurali e per l’occupazione delle donne e dei giovani”.