Dopo il restyling del packaging che racconta con immagini l’impegno sulla sostenibilità, Paolillo prosegue nell’attenzione al processo di filiera controllata che garantisce un finocchio tracciato dal seme al banco di vendita, gestito nel rispetto dei più alti standard di sicurezza alimentare. Da agosto il finocchio Paolillo è anche bollinato, come sottolinea il sales manager Ciro Paolillo.
Che cosa significa questa operazione?
È un’operazione di fidelizzazione del cliente: noi vendiamo all’ingrosso ma la cassetta e il nome rimangono al fruttivendolo. Il bollino arriva invece al consumatore e ha il claim Paolillo buono in ogni momento. In questo modo diamo un valore in più come brand. Lo abbiamo sviluppato con un’azienda che fa bollinazione automatica. Fino a oggi era stata un’operazione difficile perché il prodotto è bagnato: abbiamo fatto delle modifiche e ci siamo riusciti. Questo step si aggiunge alla nostra filiera controllata, 100% prodotto italiano.
Come va il mercato del finocchio?
La quotazione la fa il mercato: se c’è poca disponibilità in campagna, aumenta; se ce n’è tanta, si abbassa. Da agosto la situazione dei prezzi è buona, anche nel retail, perché c’è poco volume in campagna. Abbiamo pagato l’estate calda, c’è stata parecchia merce che non si è raccolta o è stata attaccata da patogeni. E i prezzi si mantengono sostenuti ancora oggi.
Parliamo invece di costi, come li state affrontando?
Su tutta la filiera finocchio, dal seme fino all’arrivo in distribuzione e ai mercati, abbiamo tutti i passaggi aumentati. Ho fatto un conto e sono 17-18 aumenti di filiera. In primis dal seme alla piantina al produttore. Per avere una buona produzione abbiamo conferito degli aumenti alle aziende agricole, ci teniamo molto. Poi abbiamo incrementi sui trasporti, imballaggi, corrente, pedane. Complessivamente parliamo di un rialzo di 30 centesimi al chilo.
Sull’energia elettrica come state rispondendo?
A giorni installiamo un impianto fotovoltaico da 100 kw sullo stabilimento di Eboli. Pensiamo che lavorando di giorno, in un territorio che ha sole 8 mesi l’anno, ci darà un risparmio stimato almeno del 40%.
Ci sono novità sulle varietà?
A fine ottobre verranno testate tre o quattro nuove varietà: campagna per campagna periodo per periodo vengono provate. Lavoriamo con 4 o 5 case sementiere, tra cui Hm.Clause, Enza Zaden. Le aziende sementiere vanno a modificare vecchie varietà, anche per attacchi di patogeni per renderle più resistenti e in base alle richieste di mercato. Ne abbiamo sviluppate finora una quindicina sul ciclo annuale.
Cosa chiede oggi il mercato?
Quello italiano vuole un finocchio più bianco, più grande, di pezzatura 500 grammi pulito, perfetto, e tondo. All’estero chiedono calibro più piccolo, più resistente.
Sarete a Fuit Attraction?
No, saremo a Fuit Logistica dove presenteremo la novità della bollinatura. Credo che saremo all’Italian Fruit Village.