Consumare frutta, verdura e prodotti trasformati di origine biologica significa sostenere gli agricoltori e le aziende che producono in maniera sostenibile a vantaggio anche dell’ambiente e del terreno. It’s Bio accende i riflettori su un tema chiave della produzione biologica: la biodiversità. Il progetto è finanziato da Unione Europea e Aop Gruppo Vi.Va, con la partecipazione di Almaverde Bio, Apofruit, Codma Op, Ca’ Nova, Coop Sole, Aop La Mongolfiera, OrtoRomi e Op Terre di Bari.
I vantaggi di un sistema complesso spiegati da Massimo Biondi, presidente di Canova
“La salvaguardia della biodiversità è un grande benefit della produzione biologica -spiega Massimo Biondi, produttore biologico e biodinamico, presidente di Canova, società del Gruppo Apofruit esclusivista del marchio Almaverde Bio-. Si parte dal terreno, che, coltivato con metodo biologico, si arricchisce di fauna autoctona, che lo rende più fertile e favorisce la nascita di piante erbacee diverse, tra cui anche le leguminose che rilasciano azoto. Queste attirano la presenza di specie diverse di insetti pronubi, i quali favoriscono a loro volta l’impollinazione e la fertilità delle piante coltivate. Queste producono meglio e sono più resistenti alle malattie, arricchendo anche la presenza di avifauna, a sua volta determinante per la nascita di nuove varietà naturali”.
Negli ultimi cento anni, come evidenziato da Ifoam, almeno il 75% della biodiversità agricola è stato perso definitivamente. Un’analisi completa di 66 studi scientifici comparati fra loro, riportati all’interno dal rapporto Organic Agriculture and Biodiersity di Fibl, mostra che i sistemi di agricoltura biologica hanno un effetto positivo sulla flora e la fauna in campo con, in media, il 30% in più di specie presenti.
Le politiche Ue mirano pertanto ad aumentare la superficie bio coltivata: l’obiettivo è dedicare il 25% del terreno coltivabile all’agricoltura biologica entro il 2030. E all’interno delle strategie del Green Deal sono state inserite una serie di azioni per contrastare la riduzione delle specie, tra cui l’impianto di almeno 3 miliardi di alberi ma, soprattutto, un cambio nel modo in cui si coltivano, si producono e si consumano frutta e verdura.