Nelle campagne del nord-ovest italiano non piove da due mesi. L’andamento stagionale anomalo che vede una quasi totale assenza di precipitazioni da circa due mesi unita a temperature stagionali superiori alla media, potrebbe avere non poche ripercussioni non solo sulla prossima campagna delle produzioni di questo territorio (come kiwi e legumi ma anche pesche susine, albicocche, nettarine, mele e pere) ma anche dell’intera pianura padana che viene irrigata con l’acqua dei fiumi che nascono su questi monti come il Po che nasce dal Monviso.
Risorse in calo. «I fiumi – spiega Claudio Sacchetto dell’azienda agricola Sacchetto e figli di Cuneo – hanno già registrato un abbassamento del livello. Questo significa che se l’inverno non dovesse arrivare e la carenza di precipitazioni perdurasse, potremmo registrare un anticipazione delle fioriture per le prossime campagne anche di alcune settimane».
Se la riduzione delle acque superficiali che si registra oggi rappresenta un incognita sulle prossime campagne delle produzioni del nord-ovest, per le colture della pianura padana, che sono irrorate dai corsi d’acqua che nascono su queste montagne, come ad esempio il Po, rappresenta una minaccia attuale.
Le conseguenze. «Se già manca l’acqua già adesso – spiega Roberto Abellonio, direttore dell’unione provinciale degli agricoltori di Cuneo – si possono considerare come certe le ricadute negative a valle dei fiumi. È importante che, di fronte ai problemi climatici, ci sia una risposta in termini di politiche serie sulle infrastrutture e in particolar modo sui grandi invasi che non si risolvano in misure spot ma in azioni coordinate e univoche. Le faccio un esempio. A Cuneo abbiamo due progetti sugli invasi di cui uno, quello a Serra degli Ulivi vicino a Mondovì, in fase abbastanza avanzata ma non concluso. In pratica anche quest’inverno, se e quando arriverà la neve, sarà tutta risorsa idrica sprecata perché non abbiamo sviluppato la capacità di immagazzinarla. Non bisogna dimenticare che la zona dei monti del cuneese è strategica per l’approvvigionamento idrico per buona parte del territorio dell’Italia settentrionale».
Il Psr. In realtà il Psr appena approvato prevede delle misure per i grandi invasi, ossia superiori ai 250mila metri cubi. Uno stanziamento di circa 200 milioni di euro su tutto il territorio nazionale ma, a detta degli operatori, la cifra rappresenterebbe una goccia nel mare.
Le colture del nord-est minacciate dalla siccità odierna sono sostanzialmente kiwi (di cui a cuneo si produce un quarto dei volumi italiani) e legumi dal momento che – sempre la provincia di Cuneo, rientra tra le prime tre in Italia nella produzione di questo prodotto.
«Abbiamo terminato di raccogliere kiwi lo scorso ottobre – spiega Filippo De Marchi dell’omonima azienda agricola di Saluzzo – ma se queste condizioni climatiche anomale perdureranno andranno ad incidere sul risveglio vegetativo delle piante che potrebbe essere anticipato di qualche settimana rispetto al solito. Un inverno anomalo potrebbe inoltre creare il problema delle brinate che sono un’altra fonte di danni alle colture».