Gruppo Barbera investe nel modello sostenibile

Entro il 2028 l’impianto di irrigazione di precisione passerà da 30 a 117 ettari. Lo sfruttamento delle deiezioni animali per risparmiare sui concimi chimici

Alessandro Barbera, founder e direttore generale Gruppo Barbera
Alessandro Barbera, fondatore e direttore generale Gruppo Barbera

Alzare ulteriormente i livelli di sostenibilità nei metodi produttivi. È questo uno dei prossimi obiettivi del Gruppo Barbera, con sede alle pendici dell’Etna, specializzato nella produzione e commercializzazione di frutti siciliani. “Entro il 2028 vogliamo estendere la base produttiva sulla quale insiste l’impianto di irrigazione di precisione dai 30 ettari attuali a 117 ettari, estendere la superficie protetta dalle colture di copertura da 50 a 117 ettari -racconta il fondatore e direttore generale Alessandro Barbera. E acquistare altri 10 ‘pollai mobili’, su ruote, per permettere alle galline di rasare l’erba e concimare lotti di terreni, anche diversamente dislocati, nel modo più naturale al mondo”.

I numeri

Il Gruppo ha attuato diverse azioni nella direzione green. Come la riduzione ed efficientamento dei consumi idrici, certificata Global Gap Spring, grazie a un sistema di subirrigazione di precisione ad ala gocciolante, dotato di stazione meteo, sensori sotterranei e smart software, che permette di risparmiare 94 milioni di litri d’acqua ogni anno rispetto ai tradizionali impianti di irrigazione.

La fonte energetica  si basa su un impianto fotovoltaico che produce in un anno 165 mila kWh di energia pulita e permette di evitare l’immissione di 80 mila kg di CO2.

Le pratiche agronomiche fanno uso del sovescio, con colture di copertura su 50 ettari: oltre a concorrere alla lotta all’erosione dei terreni e ai conseguenti allagamenti, producono 7.500 kg di azoto naturale e sequestrano 25 mila kg di CO2.

Oltre all’utilizzo, in chiave di biodiversità, di 2,5 milioni di api ospitate in 50 arnie, vengono sfruttate le deiezioni animali come fertilizzante per il terreno. Le galline, con 220 quintali annue, portano a un risparmio del 15% sull’acquisto dei concimi. La loro naturale funzione di “tagliaerba” permette poi ogni anno di risparmiare 100 ore lavoro e 300 litri di carburante, tagliando di 750 kg l’emissione di CO2. Gli asini, con i loro 300 quintali di deiezioni annue,  riducono del 18% l’acquisto dei concimi, di 200 ore l’uso del tagliaerba meccanico, di 600 litri il carburante impiegato e di 1.500 kg la CO2 emessa.

 

 

 

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