In Trentino è di nuovo tempo di ciliegie. Parte la raccolta dei frutti dell’Associazione produttori ortofrutticoli trentini (Apot), preludio alla loro distribuzione nei consueti canali di vendita.
Campi fino a 800 metri di altezza, giovani che investono nelle eccellenze d’altura

Dopo la raccolta, scatta la fase di lavorazione negli appositi impianti, dove le ciliegie vengono prima raffreddate e successivamente lavorate con tecnologie all’avanguardia, prima di essere distribuite.
Le gelate di aprile hanno rischiato di compromettere la nascita dei frutti. Grazie agli agricoltori, che hanno alimentato i fuochi accesi lungo i filari per riscaldare le piante tutelando la delicata fase di fioritura, è stata salvata la produzione di questi frutti che si distinguono per l’inconfondibile sapore.
“Le ciliegie possono aiutare a regolare il ritmo sonno-veglia -spiega Silvia Vender, biologa nutrizionista ed esperta di alimentazione infantile-. Anche se la frutta è dolce ciò non significa che contenga troppi zuccheri. E contiene sostanze utilissime per la nostra salute e il nostro benessere, come gli antiossidanti”.
Ci sono anche molti giovani che scelgono di investire nel comparto agricolo di montagna e nelle sue eccellenze. Tra questi, per esempio, Francesca Dallago, frutticoltrice ventiseienne di Aldeno (Tn), impegnata nella cura di uno dei campi di ciliegie più alti del Trentino, a Garniga Terme, a circa 800 metri. I suoi prodotti vengono conferiti a Sft, Società Frutticoltori Trento.