L’inflazione, cui si aggiungono i problemi produttivi per l’andamento climatico, incide sul calo dei consumi di ortofrutta, consecutivo da 17 mesi. Il decremento nel primo trimestre 2023, sullo stesso periodo del 2022, è dell’8%. Stessa percentuale per l’aumento invece del prezzo medio (+21% nei cinque anni). I dati emergono dalle elaborazioni statistiche dell’Osservatorio di Mercato di Cso Italy sulla base delle rilevazioni effettuate da GfK Italia.
Serve una nuova comunicazione
Per la prima volta frutta e verdura acquistate scendono al di sotto delle 700 mila tonnellate per il periodo in esame. “Sarà difficile invertire questa tendenza nel breve periodo, se non si mette in campo una comunicazione nuova, giovane, che tenga conto dei tanti e diversi atteggiamenti che guidano la scelta dell’acquisto -commenta Elisa Macchi, responsabile dell’Osservatorio, Cso Italy-. C’è anche voglia di innovazione, di maggiore sostenibilità, di attenzione al benessere fisico, con uno sguardo privilegiato verso le tendenze dei giovani”.
Frutta, si salvano pere e kiwi
Andando a vedere le performance delle diverse produzioni frutticole, solamente pere e kiwi hanno segno positivo. Le pere segnano un +29%, ma in relazione a un trimestre 2022 disastroso; i kiwi registrano un aumento del 5%. Sul fronte negativo, le arance scendono a -10%, peggio le clementine -22% e i limoni -16%. Le mele registrano un -8% e le banane -9%. Anche la campagna fragole non è partita bene, con un -9%. La frutta secca è tutta al ribasso, anche a doppia cifra.
Ortaggi, bene finocchi, zucchine e pomodori
Tre le specie della top ten che aumentano nel primo trimestre rispetto all’annata precedente: finocchi (+31%), zucchine (+7%) e pomodori (+4%). In contrazione le patate (-3%), le carote scendono del 9%. Forte discesa anche per le insalate (-14%) e i carciofi (-27%).
La quarta gamma risente della situazione generale: le insalate ritornano al livello del 2021 ma registrano un -4% sul 2022.
I canali d’acquisto, discount il più stabile
È il discount la fonte di approvvigionamento che nel primo trimestre rimane più stabile rispetto al 2022 con un limitato -1%. I supermercati perdono il 5%, gli ipermercati in costante e continua contrazione fanno registrare un -8% di acquisti e le superette o piccole superfici -12%.
I punti di vendita specializzati o fruttivendoli, come gli ambulanti, non accennano a rallentare la decisa decrescita.
Per il terzo anno consecutivo cresce la quota di ortofrutta confezionata che è salita al 41%. Calano anche gli acquisti di frutta e verdura biologiche, -7% sul 2022 che sale a -16% nei cinque anni.