L’obiettivo del Progetto Trick è lo sviluppo di un processo di economia circolare in grado di integrare sia il settore tessile che quello alimentare evitando gli sprechi, utilizzando gli scarti come risorsa. Un processo che comprende sia food che non food e, nel caso specifico, la filiera agroalimentare e quella tessile.
La quarta General Assembly del progetto si è svolta in Sicilia in una tre giorni in cui gli attori coinvolti hanno sondato con mano dati, documenti, processi di trasformazione, strumenti operativi e passaggi gestionali, tutti elementi necessari alla costruzione di un percorso tracciabile a 360 gradi.
Il Progetto Trick
Si tratta di un progetto europeo finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020, nel quale il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia è l’unico partner dei 30 provenienti da tutta Europa del settore agroalimentare. Il progetto, partito nel maggio 2021, si concluderà nel 2024. In questo arco di tempo sarà sviluppato un percorso di analisi, approfondimento e confronto che porterà alla realizzazione di una piattaforma Blockchain utile sia ai consumatori a cui si forniranno gli strumenti per una scelta di acquisto consapevole, sia agli stakeholder che avranno analisi dettagliate sull’intero processo produttivo. “Due i punti cruciali di questo progetto -spiega Federica Argentati, presidente del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia– il primo è dimostrare che in Sicilia è possibile avviare progetti di economia circolare nella filiera agrumicola riutilizzando il pastazzo per la realizzazione di biogas, ammendante e alimentazione animale. In secondo luogo dare una garanzia al cittadino sui percorsi tracciati e sviluppati in modo concreto perché sia un consumatore consapevole e informato”.
I partner coinvolti sono: Enea, Cnr, Univerlab, Agenzia delle dogane e dei Monopoli, Scuola Superiore Sant’Anna, Politecnico di Milano, Università Politecnica della Catalogna, Ubitech, Dtf- Deutsche Institute für Textil, Domina, Quadrans, Fratelli Piacenza spa, coordinatore del progetto.
“Il progetto Trick ha come obiettivo la raccolta di dati relativi alla tracciabilità, alla circolarità, all’impronta ambientale, ai prodotti chimici utilizzati nel ciclo di vita e, non
ultimo, all’aspetto dei canoni etici e sociali -spiega Alessandro Canepa, di Fratelli Piacenza spa-. Tutti questi dati vengono raccolti in Blockchain e sono la base di quello che sarà il Digital Product Passport che verrà incrementato dalla Commissione Europea e che nel settore tessile diventerà presto legge. Tra i nostri partner abbiamo anche l’Agenzia nazionale delle dogane che è l’ente preposto per la certificazione d’origine preferenziale. L’aspetto interessante è che il digital passport sarà rilasciato anche ai consumatori e permetterà loro di capire quali sono i prodotti e le loro caratteristiche per consentire di fare scelte di acquisto consapevoli. È stato molto interessante venire qui in Sicilia perché abbiamo capito che gli stessi principi che utilizziamo nel tessile possono essere utilizzati anche nel food”.
Il pastazzo di agrumi come risorsa
Nella sede dell’azienda EuroFood srl di Capo d’Orlando (Me) si è tenuta la visita tecnica guidata dal direttore commerciale Giuseppe Ingrillì che ha mostrato le operazioni di estrazione del succo da cui si origina il pastazzo di agrumi, un sottoprodotto
che verrà utilizzato nella produzione di biogas e per l’alimentazione del bestiame, i due
processi sperimentali oggetto del pilot di responsabilità del Distretto.
“Il pastazzo potrà essere impiegato nell’alimentazione degli animali perché ha un grande valore nutrizionale” spiega Vincenzo Chiofalo, professore ordinario di nutrizione e alimentazione degli animali da reddito, Dipartimento di Scienze veterinarie dell’ Università di Messina.
L’azienda di trasformazione siciliana EuroFood lavora il prodotto fresco ottenendone i derivati agrumari quindi olio essenziale, buccia e polpa e, in ultimo, il pastazzo, prodotto dalla buccia dell’agrume fresco. “La valorizzazione del pastazzo diventa cruciale per la
sostenibilità del settore della trasformazione agrumaria e di conseguenza a cascata anche
per quello dell’agricoltura stessa portando benefici a tutta la filiera -afferma Giuseppe Ingrillì, direttore commerciale di EuroFood srl -. Quando questo percorso diventerà sostenibile economicamente, permetterà a noi di trasformare quello che oggi rappresenta un costo in una risorsa”.