Metis, il frutto che nasce dai naturali incroci tra susino e albicocco, chiude una discreta campagna iniziata la prima settimana di luglio. Maggiori volumi e maggiori vendite sul mercato italiano.
Il calibro dello sfuso il più appezzato
I quantitativi delle due annate precedenti erano stato deficitari a causa delle gelate primaverili: quest’anno, anche grazie all’entrata in produzione di nuovi impianti, sono stati ritirati quelli previsti inizialmente.
“La qualità di Metis ha quest’anno rispettato le elevate attese -spiega Antonio Zani, ufficio commerciale Italia di Granfrutta Zani, che coltiva il frutto in esclusiva per il nostro Paese insieme a Minguzzi– ed è stata apprezzata da tutte le insegne. Tutti i clienti hanno venduto di più rispetto allo scorso anno”.
Il calibro dello sfuso (55+ mm) è stato il più apprezzato, mentre quello medio-piccolo da vassoio (45-55 mm) è andato in difficoltà, anche a causa di una percentuale di prodotto piccolo più elevata del previsto. “Occorrerà intervenire in campagna effettuando un diradamento più efficace in primavera, per dare modo ai frutti di crescere maggiormente”.
Sono cresciuti i volumi afferenti al mercato italiano, ancor più significative le vendite per l’estero (che copre il 60%), in particolare Germania, Gran Bretagna e Norvegia.
Obiettivo dichiarato di Metis, per ciò che attiene la produzione italiana (fatta salva l’elevata qualità del frutto), è allungare i tempi della campagna, arrivando a coprire anche il mese di dicembre. “Stiamo già valutando la coltivazione di varietà adatte a questo periodo e al clima più invernale”.
