Melinda accelera sulla bioecoomia ed economia circolare. A Fruit Attraction, in un incontro dedicato alla sostenibilità presso lo stand Apot Melinda-La Trentina (padiglione 08, stand C08), ha presentato un nuovo progetto di ricerca di biopack legato anche all’utilizzo degli scarti della lavorazione della mela sviluppato in collaborazione con Novamont.
La sostenibilità nel dna
A illustrare il il progetto in corso sono stati Paolo Gerevini, direttore generale di Melinda e La Trentina, e Rosa Puig Moré, marketing manager di Novamont Iberia e board member di Asobiocom (Associazione spagnola delle plastiche biodegradabili e compostabili). Si tratta sostanzialmente di un nuovo sacco in Mater-Bi, la bioplastica biodegradabile e compostabile ottenuta da materie prime di origine rinnovabile di Novamont, dotato di buona trasparenza e ottima resistenza, compostabile in conformità alla norma internazionale EN 13432.
Melinda e Novamont hanno, inoltre, avviato anche un progetto di ricerca sull’utilizzo degli scarti della lavorazione della mela della filiera Melinda per l’estrazione di zuccheri di seconda generazione che, nelle intenzioni delle due aziende, saranno utilizzati per il processo produttivo della bioplastica.
La collaborazione tra Melinda e Novamont non è nuova. Il primo frutto di questa partnership è stato qualche anno fa un film in bioplastica che, insieme a vassoio, bollini ed etichette, ha reso totalmente compostabile il vassoio 4 frutti della linea Melinda bio.
“La sostenibilità fa parte del dna di Melinda, che da sempre e ogni giorno mette in campo azioni concrete e tangibili a difesa dell’ambiente. Intendiamo impegnarci per continuare a sviluppare soluzioni innovative per una frutticoltura moderna e sempre più ecofriendly” ha sottolineato Paolo Gerevini.
“Con il marchio Mater-Bi Novamont produce e commercializza un’ampia famiglia di bioplastiche biodegradabili e compostabili secondo lo standard EN 13432 ottenute grazie a tecnologie proprietarie nel campo degli amidi, delle cellulose, degli oli vegetali e delle loro combinazioni, usate in tanti ambiti della vita quotidiana -ha spiegato Rosa Puig Moré-. Sottrarre gli imballaggi alimentari alla discarica e all’incenerimento avviandoli al compostaggio, consente di ridurre le emissioni dirette di CO2 e di dare un formidabile contributo alla rigenerazione dei suoli”.