Cresce la domanda nel canale retail del cetriolo Corto Baresano, produzione di cui è specialista l’azienda agricola Lapietra a Monopoli, in provincia di Bari, focalizzata in coltivazioni fuori suolo. “Abbiamo stretto recenti accordi con due catene distributive del Nord per la commercializzazione dei nostri prodotti in alcuni punti di vendita di Lombardia e Piemonte” fa sapere Lino Lapietra, titolare con il fratello Enzo.
Un cetriolo dal gusto dolce, protagonista della cucina pugliese
Il Corto Baresano è un cetriolo di piccole dimensioni, liscio, senza spine, con gusto che tende al dolce: un caposaldo della tavola pugliese. L’azienda agricola Lapietra lo coltiva in idroponica.
“Negli anni ’80, quando abbiamo costruito le prime serre, trasformando la nostra azienda agricola da coltivazione in pieno campo a coltivazione protetta, il primo prodotto è stato il cetriolo. L’idroponica è un sistema che presenta molti vantaggi: riduzione dell’utilizzo di suolo, risparmio idrico, incremento della produttività, ma anche maggiore igiene e, quindi, maggiore salubrità“.
L’azienda è molto vicina al residuo zero e a breve otterrà la certificazione. “L’agricola Lapietra non fa assolutamente uso di pesticidi, neanche per i cetrioli. Ma la coltivazione idroponica e il non utilizzo di pesticidi non comporta automaticamente la certificazione residuo zero. Per ottenerla, bisogna prima di tutto contattare l’ente competente, cosa che abbiamo fatto alcuni mesi fa, e poi si deve attendere che vengano svolte tutte le analisi di laboratorio.
I cetrioli sono quindi ‘sotto osservazione’, sottoposti alle analisi degli specialisti preposti, e solo al termine di questo periodo di monitoraggio potrà essere assegnata la certificazione. Per il metodo di coltivazione che utilizziamo, potrei già dire che i nostri cetrioli sono a residuo zero, ma lo farò solo quando la certificazione sarà nero su bianco”.
Pomodori già certificati senza residui
I cetrioli Lapietra sono disponibili 300 giorni all’anno (esclusi i mesi di gennaio e febbraio). L’azienda ha però diversificato le produzione, puntando soprattutto sui pomodori che oggi rappresentano il 75% dell’offerta.
“Varietà tutte rigorosamente certificate residuo zero: ciliegino, datterino (rosso, giallo, verde), tondo liscio, verde di qualità, zebrato, nero“.