Sweet Stephany, una ciliegia da Guinness World Records

La varietà proveniente dal ceraseto sperimentale dell’azienda di Salvi Vivai è la più pesante al mondo: battuto il primato precedente. Premiati ricerca e sviluppo decennali effettuati con l’Università di Bologna

La ciliegia da podio comparata con una moneta da un euro
La ciliegia da podio comparata con una moneta d 1 euro

La ciliegia della varietà Sweet Stephany, proveniente dal ceraseto sperimentale dell’azienda di Salvi Vivai, a Runco di Portomaggiore (Ferrara), e selezionata dall’Università di Bologna, è diventata detentrice del Guinness World Records come ciliegia più pesante al mondo.  Le misurazioni, effettuate grazie al supporto della Soc. Coop. Bilanciai Campogalliano, ha fatto registrare un peso di 26,45 grammi, battendo così il primato precedente di 23,93 grammi.

Un riconoscimento mondiale grazie a moltissimi investimenti

Silvia Salvi, amministratore di Salvi Vivai, ritira il premio
Silvia Salvi ritira il premio

Il programma da cui sono nate le serie Sweet è partito più di trenta anni fa dall’Università di Bologna, con il coordinamento del professore emerito Silviero Sansavini e del dottor Stefano Lugli: un lungo processo di incroci e selezioni realizzato con metodi tradizionali.

“Sapere che stiamo producendo una ciliegia da Guinness è un coronamento del nostro lavoro di equipe -spiega Silvia Salvi, amministratore Salvi Vivai-.  Significa coronare con un riconoscimento mondiale un processo di sviluppo e ricerca avviati da tanti anni in collaborazione con università prestigiose.  La sperimentazione su una nuova varietà di piante comporta moltissimi investimenti. Devono essere studiati gli effetti che ogni tipo di trattamento determina sul prodotto, a quantità di acqua, di elementi nutritivi da apportare, i trattamenti agronomici”.

“Dopo più di dieci anni dedicati alla ricerca e allo sviluppo di questa particolare famiglia di ciliegie, è una grande soddisfazione l’ottenimento di questo risultato, perché conferma quanto sia stato importante il lavoro realizzato in questi anni” sottolinea Stefano Tartarini, professore al Dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari dell’Università di Bologna e neo responsabile del progetto Sweet.

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