I 400 soci dell’Organizzazione di produttori Ortofruit Italia potranno contare sull’anticipo del valore della raccolta grazie a un accordo siglato con Intesa Sanpaolo. L’iniziativa si inserisce nel Progetto Filiere della banca.
Il programma finanziario agevolerà la crescita della Op nell’ottica della circular economy
Nata nel 2003, con sede a Saluzzo, in provincia di Cuneo, l’Organizzazione di produttori Ortofruit Italia, un fatturato di 25 milioni di euro con l’export che incide al 50%, rappresenta una filiera sostenibile con associate in tutta Italia. Piccole realtà che dispongono di una media di 15 ettari coltivabili, dedite soprattutto alla produzione di piccoli frutti, il core business, ma anche ortaggi e frutta maggiore. Ben 35 le referenze commercializzate, ad alto localismo.
Grazie all’accordo con Intesa Sanpaolo Ortofruit Italia beneficerà di liquidità finanziaria, in particolare, per sviluppare i progetti di economia circolare. Dal recupero degli scarti di produzione, per esempio, estrae oli dai piccoli semi, come quelli del lampone, che poi trovano impiego in ambito cosmetico-farmaceutico e nell’industria degli integratori alimentari.
“Non c’è innovazione senza filiera -spiega Domenico Paschetta, presidente di Ortofruit Italia-. La crisi dettata dalla pandemia ha reso ancora più evidenti i limiti delle ‘solitudini imprenditoriali’ che, come Gruppo cooperativo, abbiamo cercato di superare offrendo ai nostri soci molto più di una misura recovery. Un vero e proprio programma finanziario messo a punto con Intesa Sanpaolo per anticipare il valore delle liquidazioni dei prodotti fino a tre mesi, garantendo così l’accesso al credito a tutte le micro imprese associate grazie al ruolo di intermediazione della nostra Op”.
Nel 2020 Intesa Sanpaolo ha finanziato il Progetto Filiere con 10 miliardi di euro
In Piemonte Intesa Sanpaolo ha finanziate 77 filiere per un totale di circa 3 mila piccole realtà produttive e del commercio. Nell’anno della pandemia ha convogliato sul progetto ulteriori 10 miliardi di euro. “Con questo accordo entra a far parte del Progetto Filiere di Intesa Sanpaolo un settore nuovo, quello della frutta e degli ortaggi, di nicchia -afferma Teresio Testa, direttore regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo-. La sfida ora è agevolare la sua crescita nell’ottica della circular economy, per aggiungere ulteriore valore”.
I dati sull’export del distretto della frutta e nocciola piemontese
Secondo i dati dei primi 9 mesi 2020 elaborati dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo il distretto della frutta e nocciola piemontese è riuscito a mantenere inalterato il valore delle proprie esportazioni: i cali verso Arabia Saudita, Brasile, India, Spagna e Stati Uniti sono stati compensati da incrementi verso Egitto, Belgio, Germania (primo mercato del distretto verso il quale sono indirizzate circa un quarto dell’export) e Danimarca. Il secondo mercato del distretto per importanza, la Francia, è rimasto sui livelli dei primi 9 mesi 2019.
La frutta e nocciola piemontese è riuscita a far meglio in termini di export rispetto alla frutta romagnola e dell’Agro Pontino (rispettivamente -16,5% e -6,8% tendenziale sempre nei primi nove mesi del 2020). Hanno fatto meglio invece sui mercati esteri le mele del Trentino (+4,7%), la frutta di Catania (18,3%), le mele dell’Alto-Adige (+19,4%) e la frutta barese (+19,5%).
