Presentato il nuovo piano di sviluppo di Apofruit per il quinquennio 2021-2025. Il Gruppo cooperativo di Cesena rivoluziona l’offerta produttiva puntando sull’innovazione varietale e il prodotto ortofrutticolo a club.
“Il progetto – ha spiegato il direttore generale Ernesto Fornari- è la più grande trasformazione varietale realizzata in Italia. Ed è in continuità con la scelta di prodotti a club sviluppata vent’anni fa con Star Fruit, quando Apofruit divenne uno dei licenziatari di Pink Lady. E proseguita con l’esperienza con Zespri Gold, partner globale. Oggi il progetto continua con altre novità che arriveranno sul mercato nel quinquennio”.
Le produzioni autunno-inverno
Si parte dalle mele: oltre alle varietà a club Pink Lady, nuova avventura con Star Fruit per la mela Joya: si raccoglie dopo Pink Lady, ottima shelf-life e può essere commercializzata fino a giugno-luglio. Altro progetto, avviato da alcuni anni, la mela Candine (costitutore Agro Selection Fruit/Maillard): più dolce, succosa e croccante.
Si passa al kiwi giallo Zespri, con oltre 1000 ettari di superficie già investita. Novità con il kiwi verde Divo (costitutori New Plant, Università di Bologna e Udine) e Kiwi Rosso HFR 18 (licenziatario Origine Group), progetto di nicchia che completa la gamma.
Sempre tra le specie frutticole invernali si propone la pera Fred (costitutore Agroscope, gestione commerciale per l’Italia Origine Group), con ottima shelf-life.
Per gli agrumi, le nuove arance bionde Fukumoto e Lanelate che anticipano e ritardano la raccolta. E il clementino tardivo Tango che risponde alle problematiche della varietà Comune (limiti di pezzatura e periodo ristretto di commercializzazione).
Per l’uva da tavola prosegue lo sviluppo delle varietà senza semi che allungano il calendario, in partnership con quattro costitutori (Sun World, Ifg, Sfnl, Star Grow). Il Kaki Maxim (caco rosso brillante, costitutore Citrus Genesis) permette di allungare il periodo di commercializzazione anticipando da settembre la raccolta e si adatta bene al territorio.
Le produzioni estive
Per le produzioni estive Apofruit propone di investire sulle ciliegie di qualità, coperte con reti antinsetto e antipioggia; le albicocche tardive (Farbela, Farbis, Farbaly, disponibili da fine giugno in poi); le nettarine platicarpe bianche Ondine (costitutore Agro Selection Fruit /Maillard), che cercheranno di dare linfa a un comparto un po’ stanco.
Per le fragole notevole, è stata l’esperienza con Sabrosa (costitutore Planasa) nella Basilicata. Oggi si prosegue anche con le nuove varietà di Nova Siri Genetica, come Rossetta, che andrà a innovare il comparto. Quindi i piccoli frutti, più nicchia di mercato per Apofruit: si punterà sul mirtillo Fall Creek e sul lampone Adelita (Planasa).
La mission
“La superficie coltivata del Gruppo aumenterà in 5 anni di almeno il 20% -ha spiegato Fornari che ha definito il progetto di enorme portata-. Le strategie di Apofruit saranno sempre incentrate sui tre grandi pilastri della nostra offerta: politica di marca, biologico e produzione integrata di alta qualità. E sarà all’interno di questi tre pilastri che si collocheranno le varietà innovative di cui disponiamo”.
“Proporre innovazione varietale comporta impegno nel tempo e interessa tutti i territori -ha sottolineato Mirco Zanotti, presidente di Apofruit Italia-. Mission della cooperativa è dare massima redditività ai soci: cerchiamo di dare identità attraverso l’innovazione varietale, la politica di marca, la segmentazione del mercato e lo sviluppo del bio e biodinamico”.
Il sostegno ai finanziamenti
Apofruit propone un nuovo approccio a sostegno degli investimenti. “Nel progetto ci affianchiamo all’azienda nella valutazione del rischio e co-partecipiamo nella fornitura di dati per maggiore bancabilità: cercheremo in sostanza di produrre un certificato di sostenibilità tecnica ed economica del piano di investimento costruito sull’azienda -ha spiegato Mario Tamanti direttore Progetti e Finanziamenti Apofruit Italia-. Per affrontare queste proposte serve, come media generale, un capitale di 40 mila euro per ettaro. Il primo passo è la costruzione di piani di investimento cui i nostri produttori possano fare riferimento”.
Concrete possibilità, nel ridurre i costi dei nuovi impianti, ci sono grazie ai finanziamenti regionali e Ue che occorre intercettare per dare liquidità alle aziende. Buone notizie arrivano dal sostegno di Apofruit verso i produttori, attraverso forme quali l’Ocm e i Psr. “Nell’ambito dei piani Ocm c’è stato un’erogazione di 4 milioni di euro alle aziende agricole associate. A queste risorse si aggiungerà un ulteriore milione grazie al fondo straordinario cimice”.
La strategia commerciale
Il progetto sarà collocato nelle strategie commerciali di Apofrut. “Sono varietà che si prestano sia al bio che alla produzione convenzionale -ha aggiunto Mirco Zanelli direttore commerciale Apofruit-. Buona parte dei progetti saranno condivisi con le nostre partnership: per il successo di questi prodotti è fondamentale la condivisione con altre aziende che puntano a innalzare il reddito agricolo attraverso l’innovazione.
Con il progetto Fruit & Veg Natural Health! che entra nella seconda annualità -ha aggiunto- continueremo a promuovere alcuni progetti salutistici italiani ed europei”. Positivi i numeri del Gruppo: calano i volumi, ma aumentano i ricavi, 300 milioni di euro il fatturato consolidato nel 2020 (60% commercializzato in Italia, 40% export, con quote del 6% sull’oltremare). “Solarelli, oltre 15 milioni di euro, +10% sul 2019; Piraccini oltre 5 milioni di euro; le Igp e le Dop rappresentano oltre 3 milioni di euro; Origine Group 1 milione; Mediterraneo Group 39 milioni; Almaverde Bio oltre 20 milioni”.