Sipo annuncia il lancio di una nuova categoria merceologica nella propria offerta gourmet con l’inserimento di varietà di pomodoro innovative e uniche sul mercato. La linea è in fase di test produttivo e commerciale e verrà introdotta a partire dai prossimi mesi invernali. Sul gusto del pomodoro l’azienda romagnola ha recentemente organizzato un webinar (Esiste ancora il pomodoro di una volta?) in occasione di Macfrut Digital 2020 dove sono intervenuti diversi attori della filiera, dalla produzione al retail, alla ricerca, alla comunicazione.
Italia leader in Europa ma deve crescere sull’export e puntare sull’innovazione
L’Italia produce circa 900mila tonnellate di pomodoro e detiene la leadership in Europa sia nel pomodoro da industria sia da consumo fresco. Ha però una scarsa propensione all’export (circa 50mila tonnellate), per la poca capacità innovativa e il prezzo più elevato rispetti ai competitor. Nazioni come i Paesi Bassi, per esempio, hanno una costanza e un’uniformità produttiva superiore, grazie alla coltivazione in serre di vetro 365 giorni l’anno. Il sapore del pomodoro di 50 anni fa è pressoché scomparso. Sono aumentate le rese per ettaro e il peso per bacca, ma ciò ha penalizzato il gusto. L’obiettivo di alcuni produttori è oggi quello di recuperare il sapore perduto, valorizzando la ricerca e selezionando le migliori varietà.
Aumenta la produzione in serra: maggiore appeal per il prodotto italiano, bio e confezionato
“Negli ultimi anni -ha raccontato Massimiliano Ceccarini, general manager di Sipo– si registra una diminuzione della coltivazione del pomodoro da consumo fresco e crescono le produzioni in serra rispetto a quelle a pieno campo. I maggiori elementi di criticità sono l’aumento dei costi di produzione e della concorrenza estera. Tra i fattori positivi, il buon prezzo del prodotto italiano all’estero; l’aumento delle vendite di prodotto confezionato e del biologico; le strategie della Gdo nazionale orientate al prodotto italiano e la preferenza dei consumatori italiani verso il prodotto nazionale”.
Attenzione alle varietà e al packaging sostenibile
“Zone di produzione e professionalità sono due fattori che determinano la qualità durante tutti i mesi produttivi -ha ricordato Giampaolo Ferri, responsabile ortofrutta di Coop Alleanza 3.0-. Noi partiamo dalla bontà del prodotto: negli ultimi due anni abbiamo lavorato molto in questa direzione, puntando sul prodotto a marchio e su un packaging rispettoso dell’ambiente”. “In coltura protetta si ottengono produzioni di elevata qualità, al riparo dalle piogge e in un microambiente che permette di ridurre al minimo l’uso di input esterni” hanno aggiunto Massimo Longo e Sandro Colombi, rispettivamente, fondatore della società Agritechno e managing director di Lamboseeds.