In Francia Carrefour sega le gambe ai produttori spagnoli vendendo, come promozione pasquale, vaschette di fragole da mezzo kg a un’euro. La situazione non cambia nella gdo italiana dove la settimana scorsa si trovavano vaschette da un chilo e mezzo a tre euro.
Gli effetti dell’embargo. Così si prepara il mercato della fragola ad accogliere l’invasione di prodotto in arrivo dalla Polonia che, a causa dell’embargo russo che le impedisce uno sbocco di mercato naturale per le sue fragole, riverserà sulla piazza sud-europea.
Alla luce di queste premesse, risulta già insufficiente il calo dei volumi programmato dai produttori italiani (per la prima volta nella storia del nostro Paese) a partire da questa campagna e reso necessario per arginare i drammatici effetti dell’ultima stagione che ha portato un crollo dei prezzi superiore al 50%.
Il piano italiano. Il piano aveva fatto convergere tutti i produttori della penisola, sulla necessità di ridurre i volumi tagliando le superfici coltivate. L’accordo per il 2015 era intorno al 3% del totale, circa 100 ettari in meno. Ma già dall’analisi delle dinamiche del mercato e in previsione degli sviluppi della campagna commerciale quando arriveranno anche le fragole prodotte dai paesi freddi, gli operatori temono che il 2015 possa essere un anno altrettanto nero quanto il precedente.
La gdo e i prezzi. È di ieri la notizia uscita sui magazine specializzati di settore, che Carrefour, negli store francesi, ha iniziato una campagna promozionale per la settimana di Pasqua, in cui ha coinvolto alcuno produttori di fragole della zona di Huelva, a rivendere il prodotto a prezzi molto ribassati. Sugli scaffali francesi è stato possibile trovare nei giorni scorsi delle vaschette da mezzo chilo al prezzo di un’euro.
Un’operazione che Carrefour ha realizzato attraverso un vero e proprio rastrellamento di produttori, mediatori e broker che potessero garantire la realizzazione del suo programma promozionale.
I produttori spagnoli. Un’operazione che non è piaciuta agli esperti del settore anche perché, come ha dimostrato il mercato l’anno scorso, durante il periodo Pasquale non si fa fatica a vendre questo prodotto.
Interpellata su questo punto, Freshuelva, l’associazione dei produttori di fragole della zona di Huelva, si è trincerata dietro un ‘no comment’.
«Non ci risulta nessuna notizia – fanno sapere dall’azienda – di iniziative del genere da parte dei produttori. Il nostro è un comparto così frammentato che non riusciamo a monitorarlo tutto. Non possiamo sapere cosa fa il singolo produttore. Per quanto riguarda l’andamento della stagione, quest’anno partiamo con una produzione ridotta anche a causa del maltempo della settimana passata. Ma non abbiamo dati ufficiali di mercato».
In Italia. L’influenza sui prezzi delle dinamiche proprie della distribuzione organizzata, però, sono note e si ripetono, con le stesse forme, anche in Italia.
«In alcune catene di supermercati del Paese – ci spiega Filippo Licari de I frutti del Sole, azienda agricola di Marsala specializzata nella produzione di fragole bio – la settimana scorsa si vendevano confezioni da un chilo e mezzo a tre euro mentre soltanto la settimana prima i prezzi viaggiavano intorno alle sei euro. In questo senso non vedo buone prospettive da questa campagna commerciale per la fragola convenzionale. Il discorso cambia per i prodotti bio, come i nostri, viaggiano su altri canali, ossia quelli dei supermercati specializzati che non sono ancora così capillari sul territorio da riuscire a premere pesantemente sulle dinamiche di prezzo».