Le bancarelle ritrovano vita sul digitale. Si chiama Vadoalmercato.it ed è la prima piattaforma italiana dedicata ad ambulanti (e in futuro anche a piccoli produttori locali) che hanno visto bloccata la loro attività in emergenza Covid-19. L’idea arriva da una start up fondata da tre giovani amici provenienti da diversi settori. L’offerta al momento è concentrata sulla provincia di Bergamo, area particolarmente colpita dalla pandemia, ma l’obiettivo è estenderla a tutta Italia: “Sono già una sessantina gli aderenti -spiega Giovanni Notarnicola, uno dei tre soci e founder-: l’obiettivo è arrivare a tremila entro l’anno con più di ventimila comuni serviti“.
Chi sono gli ideatori della start up?
Nasce da una mia idea maturata nel lockdown. Io sono ingegnere elettronico, di origini baresi, e vivo a Gallarate. Erika Vaniglia è ingegnere meccanico e risiede a Milano. Elisabetta Giazzi vive invece a Bergamo ed è specializzata in innovazione. Come mestiere tutti e tre ci occupiamo di digital transformation e facciamo consulenza aziendale.
Perché focalizzarsi su Bergamo?
Io sono affezionato ai mercati: sono tra i settori più danneggiati. Nel periodo più critico vedevo che alcuni ambulanti cercavano di fare consegna a domicilio. Da lì l’idea di aiutarli a organizzarsi.
Il progetto si è concentrato su Bergamo per diversi motivi: un po’ perché è la città più colpita. Ma anche perché è la comunità che più ha risposto all’iniziativa. Dai sondaggi che abbiamo effettuato sugli operatori è emerso che hanno risposto di più e con varie fasce di età.
Andrea Chiodi, direttore di Bergamo Mercati, ha raccontato che da metà marzo molti ambulanti, non potendo lavorare sui mercati rionali, si sono spostati sulla consegna a domicilio.
È vero, questo ha stimolato molto la nostra proposta. All’inizio pensavamo che avremmo avuto risposte positive a servire due o tre comuni: quasi tutti invece ci hanno dato la disponibilità a servirne una decina la settimana. C’è volontà di fare girare i prodotti.
Quante sono le bancarelle virtuali che hanno aderito e quante dedicate all’ortofrutta?
Delle 12 di Bergamo 8 sono di ortofrutta. Ma abbiamo ricevuto una sessantina di adesioni a partecipare da tutta Italia che faremo prossimamente partire. Al momento sono tutti ambulanti, ma c’è l’idea di portare questa innovazione dal mercato ortofrutticolo a piccoli produttori di alimentari che non hanno un canale di vendita. Vogliamo aiutare tutti gli operatori della filiera a essere più competitivi.
Chi organizza la spedizione merce?
Gli stessi ambulanti: decidono loro in che tempi consegnare e con quali modalità. La regola la scelgono loro e noi la rendiamo trasparente sul sito. Non ci sono spese di spedizione suppletive: il prezzo che viene indicato sulla bancarella online è tutto compreso.
Pensate anche a forme di trasparenza sulla provenienza dei prodotti?
È un ottimo spunto: vogliamo arrivare lì: pensiamo sia uno dei fattori competitivi. Se vogliamo esserlo con le piattaforme evolute, dobbiamo puntare sui fattori genuino, locale e trasparente.
La piattaforma è pensata per far tornare al mercato i clienti di sempre, dite. Ma quello del mercato rionale è in genere una persona anziana e il format si rivolge ai giovani che sappiano usare i mezzi digitali. Come pensate di fare engagement?
Per i nuovi clienti, siamo molto attivi sui social. Per quelli storici puntiamo sul coinvolgimento dei più giovani con la formula “acquista per”, come il figlio che compra per i genitori. Abbiamo poi reso la piattaforma il più semplice possibile.
C’è anche un aspetto solidale.
La finalità di questa innovazione è anche quella. Al momento siamo concentrati su Bergamo e l’1 % del valore di tutti gli acquisti effettuati nella provincia viene restituito al territorio grazie all’accordo con la Onlus Cesvi.
In futuro la formula può evolvere. Possiamo restituire i soldi alla comunità, per esempio, con l’acquisto di mascherine o per migliorare i mezzi di trasporto per la consegna, magari con mezzi elettrici sostenibili.
Qual è l’obiettivo sui numeri?
Vogliamo arrivare a fine anno almeno a tremila ambulanti attivi da tutti Italia con oltre ventimila comuni serviti. La Lombardia in questo momento ha più necessità per le restrizioni, ma anche le regioni del Sud ci interessano perché hanno questa tradizione.
Come recuperare il driver della socialità dei mercati? Qual è la carta vincente per andare su vadoalmercato.it?
Il consumatore deve sapere che sta facendo del bene alla comunità. Oggi siamo ancora limitati tecnicamente. Ma l’idea è far vivere quella esperienza. Il passo successivo, entro il mese, è far girare un video a ciascun ambulante che possa replicare la promozione che lui faceva alla bancarella per attirare i clienti. E proviamo a stimolare tutti gli ambulanti, a livello digitale, a fare un piccolo regalo di un assaggio per ogni consegna. Come in un vero mercato.
Siamo ancora lontani dall’utilizzo di realtà aumentata o virtuale per far vivere nel modo più realistico certe esperienze?
La convivenza con il virus spingerà la digitalizzazione. Probabilmente faremo vedere con una telecamera quello che succede in tempo reale. Cose più sofisticate hanno oggi un limite tecnico. La grande aspettava sui Google Glass non è mai decollata ed è finita nell’assistenza a distanza, dove funziona bene. Non è diventato il gadget che avrebbe fatto abbandonare i telefonini. Ci sono visori che danno esperienze straordinarie, ma rimane il gap della non facilità di utilizzo.