Ono Exponential Farming, la Vertical Farming ispirata al sistema Toyota

Manodopera ridotta quasi a zero grazie all’automazione basata su sistemi di machine learning e AI.  Produzione del raccolto triplicata, shelf-life allungata, riduzione del 70% del consumo energetico, risparmio di acqua del 95%

Ono Exponential Farming, team agronomico nella Farm Zero
Ono Exponential Farming, team agronomico

La Vertical Farming è tra le 400 soluzioni di agricoltura 4.0 che punta a far fare un salto di qualità all’ortofrutta, tenendo insieme produttività e sostenibilità. Vuole essere rivoluzionario il progetto creato da Ono Exponential Farming, start up innovativa nel settore dell’agritech.

Thomas Ambrosi, fondatore, presidente e Ceo di Ono Exponential Farming
Thomas Ambrosi, presidente e Ceo di Ono Exponential Farming

L’azienda italiana, con sede a San Giovanni Lupatoto (Verona), fondata dal presidente e Ceo Thomas Ambrosi, ha sviluppato una piattaforma agrobotica di coltivazione verticale brevettata, modulare e scalabile, completamente automatizzata.

Manodopera ridotta quasi a zero grazie all’automazione basata su sistemi di machine learning e AI. I vantaggi sono una produzione del raccolto triplicata, la riduzione del 70% del consumo energetico e un risparmio di acqua del 95%. Verdure a foglia, piante aromatiche, baby leaf, piccoli frutti le coltivazioni possibili, che risultano di maggiore qualità, con shelf-life “anche raddoppiata”.

Studi al Politecnico di Milano e a Trento in Robotica, master per imprenditori al Cuoa di Vicenza in Business Administration (MBA), già fondatore di diverse start up: chi è Thomas Ambrosi?

Cinquant’anni, vengo da storia di imprenditoria familiare. Sono un imprenditore nei campi della meccanica, meccatronica e informatica. Gestisco una serie di aziende e rami di azienda, specializzati in robotica, macchine industriali, intra-logistica, magazzini automatici  e applicazioni relative alla business intelligence.

Quando e perché nasce la start up?

La start up nasce a fine 2018 da un brevetto che ho depositato un anno prima, a seguito di un’intuizione legato alla intra-logistica. Oggi abbiamo la nostra Farm Zero nel Veronese. La utilizziamo per testare nuove ricette, validare nuovi prodotti, fare prove per clienti. Abbiamo raccolto fondi di investimento, anche regionali, per supportare i ricercatori che ci stanno seguendo. Cerchiamo finanziatori che permettano lo sviluppo del nostro modello e investitori.

Avete un marchio?

Sì, lavoriamo affinché sia presente sulle confezioni di ogni prodotto realizzato con le nostre tecnologie. Se poi in futuro potremo essere coinvolti nella filiera completa si vedrà. Siamo technology provider, abilitatori di nuovi partner del farming robotizzato. Non escludiamo che in anni a venire potremmo diventare partner di prodotto, ma oggi siamo focalizzati nel produrre tecnologie innovative. Abbiamo definito la nostra piattaforma Farm Zero un ecosistema di macchine e servizi: è la prima cellula che si andrà a ingrandire.

Ono Exponential Farming: che significa Ono?

Un omaggio a Taiichi Ohno, ingegnere fondatore del sistema Toyota. Vuole anche far capire che i nostri prodotti sono vocati al just in time, a produrre ovunque quello che serve nella giusta quantità, senza sprechi e con la massima efficienza.

Qual è la novità del vostro progetto di Vertical Farming? Perché rivoluzionerebbe l’agricoltura 4.0?

Ono Exponential Farming ha sede a San Giovanni Lupatoto, nel Veronese
Ono Exponential Farming ha sede a San Giovanni Lupatoto

La soluzione ideata è indoor in idroponica: arriviamo fino a 16 metri in altezza. Abbiamo fatto convergere, robotica, informatica a biotecnologie. L’Ai consente di raggiungere notevoli risparmi a livello di consumo energetico e costo di infrastruttura. I sistemi sono completamente chiusi: i prodotti non vengono mai a contatto coi batteri né con l’uomo. E, con i nutrienti, vengono sanificati continuamente da aria purificata. Il clima è controllato in maniera specifica: nell’arco di venti metri quadri possiamo radicalmente cambiarlo, simulando notte e giorno.

In questo modo permettiamo alla pianta di crescere in modo naturale nelle condizioni migliori, con la giusta temperatura e luce desiderata. Assecondiamo al massimo il processo di crescita, senza accelerarlo. La produzione viene così triplicata grazie al fatto che possiamo movimentare i vassoi attraverso sensori e analisi tridimensionale, a seconda delle esigenze della pianta. Usiamo luci Led di diverse tipologie di emissione. I nostri prodotti sono sicuramente più resistenti: la shelf-life è anche doppia o tripla. Stiamo lavorando coi ricercatori alla raccolta dati.

E la manodopera?

La riduzione è dell’80% rispetto alle altre comuni Vertical Farming. Lavora sul software, manutenzione o refill nutrienti: le skill per far funzionare la farm sono quasi nulle. Le ricette di coltivazione sono in Cloud: si prendono le informazioni senza essere agronomi. I sistemi di crescita sono completamente autonomi e possono essere gestiti in qualunque parte del mondo. Le attività che portiamo avanti condurranno a una manodopera quasi zero.

A chi vi rivolgete?

Al nuovo farmer: un imprenditore può partire con un piccolo impianto e scalarlo nel tempo, aggiungere moduli, altre macchine, per arrivare magari a giga farm. Il vantaggio è che possono crescere in funzione della crescita del loro mercato. Puntiamo, soprattutto, a Paesi all’estero: negli Usa sono nati solo lo scorso anno 1600 nuove attività di Indoor Vertical Farming realizzate da nuovi farmer.

Vogliamo portate l’expertise italiana nel mondo. La robotica è di progettazione interna ed è realizzata da una delle aziende del mio Gruppo. Ma chiunque nel mondo potrà produrre queste farm sotto nostra licenza e guida, purché abbia le tecnologie in loco. Ogni operazione può essere delocalizzata nel mondo.

Che cosa si può coltivare con la vostra piattaforma?

Verdure a foglia, erbe aromatiche, baby leaf, piccoli frutti. Alcuni prodotti verdi possono essere usati per essere trapiantati, altri per estrazione per il mondo farmacologico. Stiamo sviluppando un progetto con una realtà americana leader nella produzione di pomodori per sviluppare milioni di micro-piante, alte 10-15 cm, che poi andranno trapiantate in serra o in campo.

A quali prodotti si potrà estendere la Vertical Farming?

Microalghe, come spirulina, funghi, insetti. La filiera è completamente controllata e possiamo produrre prodotti anche per farmacologia e cosmesi. Oggi però ci chiamano da tutto il mondo soprattutto per orticole, insalate, erbe aromatiche. Non cerchiamo il volume ma la qualità del prodotto. Partecipiamo a eventi internazioni come Future Food Tech. Abbiamo ricevuto da Fast Company una menzione speciale nei World Changing Ideas Awards 2020.

Qual è il futuro della quarta gamma?

Il Covid19 ha dato un’accelerazione alle Vertical Farming. I consumatori vogliono ricevere velocemente i prodotti, sicuri e di qualità. Il nostro sistema potrà permettere di avere prodotti just in time.

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