Albicocche e nettarine pagate 20-40 centesimi al kg, fino a 4 volte sotto i costi di produzione. Per essere vendute nei supermercati a cifre ingiustificate. La denuncia del gap arriva da Cia–Agricoltori Italiani Imola che lamenta una situazione “insostenibile”.
Ingiustificato gap tra i prezzi alla produzione e al consumo: Cia–Agricoltori Italiani Imola sollecita un confronto tra i diversi attori della filiera
Per produrre un chilo di albicocche – ha calcolato l’associazione – servono 70-80 cent/kg e per le pesche siamo sui 45-50 cent/kg. Sui banchi dei supermercati, un chilo di albicocche può costare fino a 2,50 euro/kg e un chilo di pesche si aggira sui due euro. “Esiste un divario ingiustificato – afferma Giordano Zambrini, presidente di Cia–Agricoltori Italiani Imola –, addirittura non ‘etico’, tra i prezzi corrisposti agli agricoltori per i prodotti frutticoli e quelli pagati dal consumatore per acquistare la frutta estiva, spesso cinque o sei volte superiori. Si rischia di cancellare la frutticoltura imolese di qualità”.
L’associazione ha calcolato, in dettaglio, i costi medi per produrre un ettaro di frutta: manodopera circa 7.500 euro; mezzi tecnici 1450 euro; assicurazione 750 euro, tasse 1350 euro e poi altre voci per ammortamenti e la manodopera familiare, per altri 6.000 euro. Si arriva così a una cifra che si aggira intorno ai 17.000 euro, dai quali sono esclusi i costi diretti per eventuali noleggi di macchine, impianti irrigui e antigrandine, patentini e corsi obbligatori.
“Cia – Agricoltori Italiani Imola – conclude Zambrini – sta sollecitando gli organi direttivi a livello regionale e nazionale per sensibilizzare un confronto tra i diversi attori della filiera e a livello istituzionale al fine di chiarire le dinamiche di formazione dei prezzi della frutta”.