Il fatturato del reparto ortofrutta nella gdo supera i 10 miliardi di euro e vale il 10,5% del totale vendite del negozio. Però, se nel 2018 il settore alimentare ha registrato nel canale iper+super+lsp+discount un leggero incremento dello 0,4%, frutta e verdura flettono dello 0,7% a valore. A incidere negativamente sono le vendite a peso variabile (-5,5%), mentre quelle a peso imposto segnano un +4,6%. Questa divergenza è stata evidenziata da una ricerca Nielsen, presentata a Marca 2018, e deriva dal fatto che i basso spendenti (che rappresentano oltre il 50% dei 24,2 milioni di famiglie consumatrici di ortofrutta) solo nel 39,9% dei casi scelgono lo sfuso.
In Italia la spesa media annua per l’ortofrutta è di 315,5 euro a famiglia (+1% sul 2017), ripartita in circa 60 atti d’acquisto per 365 giorni. Gli alto spendenti sono solo 2,4 milioni di famiglie e di queste il 70,8% fa acquisti di prodotto a peso variabile. Questa categoria di consumatori si trova prevalentemente nel Centro-Nord Italia ed è costituita da adulti, in famiglie medio-grandi. I basso spendenti invece sono famiglie più giovani o single e vivono al Sud. Va anche detto che nell’Italia meridionale molta frutta e verdura viene ancora acquistata nei mercati rionali da coloro che ne fanno un uso abituale.
La scelta di acquistare ortofrutta a peso fisso o variabile è guidata da due assi: data una percezione di tendenziale equivalenza della qualità del prodotto, propende per il peso variabile chi vuole risparmiare, scegliere cosa acquistare, unitamente alla consapevolezza di avere un comportamento più sostenibile, mentre la praticità e l’igienicità fanno da leva al confezionato (46% del campione).
Un italiano su 4 si è reso conto del maggiore spazio destinato al confezionato all’interno del reparto ortofrutta. Inoltre il 64% del campione dichiara di trovare nel già confezionato una crescente offerta di servizio (ready to cook) e il 57% sostiene di trovare porzioni/formati che si avvicinano alle diverse esigenze.
Come si può migliorare il servizio nello sfuso? Chi acquista ortofrutta a peso variabile ha accettato la nuova normativa sui sacchetti in bioplastiche come gesto in favore dell’ambiente e si attende che si trovi un equilibrio tra lo sviluppo economico e la tutela ambientale. Rispetto ai sacchetti il campione però suggerisce dei miglioramenti: maggiore robustezza, diversi formati in base ai prodotti da acquistare, sacchetti double face da usare anche come guanti per raccogliere direttamente i prodotti, tutto ciò per rendere più convenience anche l’ortofrutta a peso variabile.