L’ultima in ordine di tempo è stata l’uva da tavola della Spagna, che ha visto l’apertura delle porte del mercato cinese, porte ancora chiuse per l’uva italiana in mancanza di accordi bilaterali e protocolli fitosanitari, che tardano ad essere firmati.
Mancano buone notizie per i produttori italiani che guardano verso Oriente, un mercato molto interessante per alcune tipologie di prodotti ortofrutticoli freschi italiani, ma ancora precluso per mele, pere e uva da tavola, per citare i più importanti che provengono dal nostro Paese. I protocolli esistono invece per arance e kiwi.
Una situazione a macchia di leopardo che vede i Paesi europei andare in ordine sparso, è il caso delle mele francesi e polacche, che possono raggiungere il Paese del Dragone ma non per quelle che arrivano dall’Italia, la nostra principale produzione ortofrutticola.
L’appello dei produttori italiani al ministro Centinaio
Cosa chiedono i produttori italiani? Una maggiore attività a livello politico, perché è quella la leva che può far aprire le porte della Cina, e non solo, sul piatto ci sono anche altri Paesi orientali come il Vietnam, che come ci ricordava Renzo Piraccini, è un altro Paese precluso alle nostre produzioni ortofrutticole.
Il ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, a un precedente appello, aveva risposto che a novembre sarebbe stato in Cina a parlare con l’omologo cinese, oggi si chiude il mese, ci sono avanzamenti sui lavori?
Stiamo lavorando proprio su questo è a novembre sarò in Cina per parlare con il mio collega cinese
— Gian Marco Centinaio (@giamma71) September 13, 2018
Del resto se in Cina ci arriva la ciliegia dell’Uzbekistan, perché non dovrebbero arrivarci tutte le produzioni ortofrutticole eccellenti italiane?