In occasione di Prognosfruit, l’annuale appuntamento di confronto dei produttori melicoli dell’Emisfero nord organizzato da Wapa, quest’anno tornato in presenza a Belgrado, sono state rese note le previsioni di produzione di mele e pere per la stagione 2022/23.
A preoccupare gli oltre 200 esperti del settore di mele e pere provenienti da 23 Paesi, più che i dati di produzione, sostanzialmente stabili, è ancora una volta il contesto geopolitico e l’aumento incontrollato dei costi di lavorazione del prodotto, arrivati a pesare 10 centesimi al chilo. Costi che, secondo una nota diffusa da Assomela, in assenza di strumenti di mitigazione andranno a incidere sull’intera campagna commerciale 2022/2023 e non solo sulla seconda parte, come accaduto nel 2021/2022.
Per quanto riguarda la logistica, l’altro fronte caldo, gli stakeholder affermano che la situazione dovrebbe lentamente tornare alla normalità, anche se al momento persistono ancora le difficoltà legate ai costi dei noli e alla minore disponibilità di container per l’export Oltremare. Un aiuto all’export potrebbe arrivare dal cambio euro-dollaro che al momento è favorevole e rende la merce europea e italiana maggiormente competitiva, ma la situazione non si presenta stabile neppure sul fronte monetario.
La produzione di mele in Europa per la stagione 2022/2023 secondo i dati di Prognosfruit
Per quanto riguarda la produzione europea si prevede un raccolto di mele pari a 12.168.000 tons (+1% sul 2021), un dato che conferma una certa stabilità rispetto allo scorso anno. Bene la qualità, dove si attendono calibri leggermente superiori sul 2021 (l’anno scorso la pezzatura era comunque inferiore alla media), tuttavia, considerate le ondate di calore che stanno investendo l’Europa e la scarsità di acqua che minaccia importanti areali produttivi, la tenuta del prodotto è da monitorare costantemente.
A livello varietale si conferma il trend in discesa per Golden delicious (-5%), che si ferma a 2.064.000 tons, mentre continua la crescita per Gala, per la quale è previsto un nuovo record di produzione a 1.614.000 tons (+2%) e Cripps Pink che raggiunge il volume di 311.000 tons con un +21% rispetto allo scorso anno.
Sostanzialmente stabili il gruppo Red Delicious e la Fuji mentre continua la corsa delle varietà club che superano le 436.000 tons e segnano una crescita del 19% rispetto allo scorso anno.
Sebbene i dati di previsione per la produzione europea si accostino al consuntivo dello scorso anno, cambiano le dinamiche a livello di paese. La Polonia, primo produttore europeo, riprende ancora terreno e stima una produzione a 4.495.000 tons. Torna a crescere, anche se non raggiunge il pieno potenziale, il raccolto della Francia (+6%), e quello dell’Austria, dopo un anno particolarmente scarso (+23%), Segno meno invece per Belgio (-12%), Spagna (-23%) e Portogallo (-20%), Romania e Ungheria.
Italia, varietà in calo e quelle in crescita
Per il nostro Paese – precisa Assomela – si stima una produzione totale di 2.150.221 tons, superiore del 5% rispetto a quella dello scorso anno. Per quanto riguarda le singole regioni, scendono leggermente Alto Adige (-3%, poco meno di 912mila tonnellate) che rimane sempre la prima regione italiana per produzione e Trentino (-1%, 507mila tonnellate), mentre crescono tutte le altre regioni, +47% Veneto con 215 mila tonnellate, +21% Lombardia con 23 mila tonnellate, +12% Emilia Romagna con 175 mila tonnellate, +20% Piemonte con 225 mila tonnellate.
Per quanto riguarda le dinamiche varietali, confermato il calo della principale varietà italiana, la Golden Delicious (- 5%), per la quale ci si attende un raccolto sotto le 700.000 tons. Calano anche Braeburn (-15%), Fuji (-3) e Jonagold (-18%).
Segno più invece per tutte le altre principali varietà, tra cui Red Delicious (+7%), comunque inferiore rispetto alla media delle stagioni precedenti, Gala, che con un +2% e una produzione stimata a 392.520 tons, dovrebbe far segnare un nuovo record produttivo, e Granny Smith a 157.000 tons (+18%).
Tornano ai livelli degli anni precedenti Morgenduft e Renetta, mentre fanno registrare un aumento importante le Cripps Pink– con una produzione record prevista a 107.171 tons – e le altre varietà nuove, principalmente club (+38% a 195.000 tons). Bene la produzione biologica che fa segnare un nuovo record, sfiorando le 200.000 tonnellate (+4% rispetto al 2021), pari a più del 9% dell’offerta totale.
Pere: incremento del 20% ma potenziale ancora lontano
Per quanto riguarda le pere, il raccolto europeo per il 2022 è stimato in aumento del 20% rispetto a quello dello scorso anno – che non dimentichiamo ha registrato il record negativo del decennio – salendo a 2.077.000 tons, soprattutto grazie all’Italia e alla Francia che raddoppiano la loro produzione rispetto al 2021, arrivando a 473.690 tons e 137.000 tons.
A livello varietale sono previste circa 189.000 tons di Abate, il 22% in meno rispetto al 2020 e quasi il 40% in meno sul 2018, anche se quattro volte maggiore rispetto al 2021. Con circa 130.000 tons, la William conferma una produzione circa doppia rispetto a quella dell’anno precedente, ma il -16% sul 2020 e oltre il 20% in meno sul 2018.
Se i dati di produzione sono in aumento rimangono comunque le debolezze strutturali e in particolare il forte decremento delle superfici coltivate lasciando il raccolto italiano, come ha sottolineato Philippe Binard di Wapa, al di sotto del suo pieno potenziale.