Boom di pere dalla Turchia e di mele portoghesi. Rispetto all’anno scorso i volumi di pera prodotti in Anatolia nel corso del 2015, registreranno un aumento del 36% mentre per il comparto melicolo il Portogallo potrà contare su un plus produttivo di circa il 7%. Lo rivelano i dati di Prosgnosfruit, le previsioni sulla produzione mondiale di mele e pere per la campagna che sta per cominciare, diffusi oggi da Wapa, l’associazione mondiale delle mele e delle pere nel corso della conferenza annuale tenutasi a Merano, in Alto Adige.
L’imminente stagione sarà caratterizzata da un ridimensionamento generalizzato delle quote di mercato dei competitor europei a fronte della crescita di produzione di prodotto Extra Ue. E così, se sulle pere inizia a ruggire la Turchia con un incremento dei volumi vicino al 40% (la Cina cresce pure ma del 7,5%); sulle mele le maggiori pressioni del mercato arrivano da Ucraina (+16%); Cina (+7.5%) e Russia (+4%) anche se il Portogallo registra un +7%.
Non sono dati confortanti se si considera che, a causa dell’embargo russo, i rendimenti dei produttori sono diminuiti del 20% e anche se, alla fine della scorsa stagione, sono stati comunque venduti tutti i volumi prodotti si teme che, per il futuro determineranno un impatto negativo su investimenti e prodizione.
Le mele. Per quanto riguarda le mele è atteso un calo produttivo di circa il 5% con circa 12 milioni di tonnellate previste. Un dato che, seppure in riduzione, è comunque superiore del 7% alla media degli ultimi tre anni.
«L’Italia, dopo la raccolta record dello scorso anno che ha superato i 2,5 milioni di tonnellate – si legge in una nota di Assomela -, rispetta la tendenza generale dei principali Paesi produttori europei, con un calo di produzione di circa il 5%. La raccolta prevista per il 2015 si assesta a 2,3 milioni di tonnellate. Il segno meno caratterizza le previsioni per tutte le regioni italiane ossia -4,5% per l’Alto Adige; -3,6% il Trentino del 3,6% e – 7,8% per le altre regioni italiane. In base alla situazione attuale la quantità di mele da destinare alla trasformazione sarà leggermente inferiore rispetto alla scorsa stagione, con un volume di mele disponibili per il mercato “fresco” stimabile ad oggi in circa 2 milioni di tonnellate. L’export si rivela un’ottima alternativa all’eccesse di produzione presente in Ue e in particolare quello verso l’area nord africana ma anche verso l’Europa considerati i cali produttivi di Germania, -21%; Belgio, -21%; Olanda, -7%; Austria, -5% e Spagna, -4%».
Le varietà. Sul fronte delle dinamiche varietali il calo conferma le tendenze comunitarie. Per la Cripps Pink in Italia la diminuzione di produzione rispetto all’anno scorso dovrebbe essere piuttosto marcata (-17,1%). E’ atteso un calo significativo anche per la Granny Smith. In controtendenza rispetto agli altri paesi europei, si prevede una diminuzione per la varietà Fuji (-5.2%) e un leggero calo anche per Gala (-2%).
Le pere. Le previsioni 2015 di raccolto complessive per la pera sono di 2.343.000 tonnellate, con un calo rispetto allo scorso anno del 4% anche se i volumi attesi si attestano di ben sei punti percentuali al di sopra della produzione media degli ultimi tre anni. In diminuzione la produzione di Conference (-4% pari a quasi un milione di tonnellate) mentre per l’ Abate Fetel il decremento atteso dei volumi è del 7% (circa 334mila tonnellate); in calo anche le William del 5% (circa 262mila tonnellate.