Sono partiti i primi rilasci delle Vespe samurai in 44 siti trentini a contrasto della cimice asiatica. L’operazione è stata effettuata dal gruppo di lavoro della Fondazione Edmund Mach, da anni in prima linea per affrontare questa emergenza.
Cento femmine per ogni sito, è il secondo anno di rilasci

Vengono rilasciate cento femmine per ogni sito (con la presenza di almeno un ulteriore 10% di maschi) per tre volte a distanza di 20 giorni l’una dall’altra.
L’attività di rilascio, che durerà un paio di mesi, si inserisce nell’ambito dello specifico progetto per la lotta biologica Swat, finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, e all’interno del programma nazionale di lotta biologica coordinato dal Crea – Difesa Certificazione. I punti di rilascio riguardano le zone a maggior presenza della cimice asiatica: Alto Garda, Valle di Loppio, Valle dei Laghi, Vallagarina, Trento, Piana Rotaliana, Val di Non, Valsugana e Val di Cembra.
La vespina, che si riproduce a spese del suo ospite deponendo le uova all’interno di quelle della cimice asiatica, è assolutamente innocua per l’uomo e gli altri organismi.
Si tratta del secondo anno di rilasci delle Vespe samurai in Trentino per contrastare la cimice asiatica. Già nel 2020, primo anno di rilasci, i risultati sono stati oltre le aspettative, con un insediamento delle Vespe samurai nel 30% dei siti trentini.